(Text: Courtney 1995)
Bassa, uatis quae Laberi coniuga, hoc alto sinu
frugeae matris quiescit, moribus priscis nurus.
animus sanctus cum maritost, anima caelo reddita est.
Parato hospitium; cara iungant corpora
Bassa, moglie del poeta Laberio, nel seno profondo
della madre feconda di messi riposa, giovane donna dai costumi di un tempo.
Il suo animo pio rimane con il marito, l’anima è stata restituita al cielo.
Si prepari un alloggio: questi corpi diletti siano riuniti
5haec rursum nostrae, sed perpetuae, nuptiae.
In spica et casia es, benedora stacta et amomo.
inde oro gramenue nouum uel flos oriatur,
unde coronem amens aram carmenque meum et me.
purpureo uarum uitis depicta racemo
5ancora una volta dalle nostre nozze, stavolta per sempre.
Sei ora avvolta da balsami di nardo e cannella, mirra fragrante ed amomo;
da qui prego che nasca una nuova erba o un fiore
di cui io, folle di dolore, possa ornare il mio altare, il mio canto e me stesso.
La vite, dipinta di grappoli d’uva purpurei
10quattuor amplesast ulmos de palmite dulci.
scaenales frondes detexant hinc geminam umbram
arboream procaeram et mollis uincla maritae.
Hic corpus uatis Laberi, nam spiritus iuit
illuc unde ortus. quaerite fontem animae.
10ha abbracciato quattro olmi con i suoi teneri tralci.
Il fogliame di sfondo intrecci da qui la duplice ombra
degli alberi, alta, e i vincoli della dolce sposa.
Qui giace il corpo del poeta Laberio; il suo spirito è andato
là da dove è venuto. Anime, cercate la vostra fonte.
15Quod fueram non sum, sed rursum ero quod modo non sum.
Ortus et occasus uitaque morsque itidest
Ciò che ero più non sono, ma di nuovo sarò ciò che ora più non sono.
Sorgere e tramontare, vivere e morire, sono la stessa cosa.
(trad. L. G.)